Il Museo Tuscolano

L’edificio seicentesco, nato come scuderia di Villa Aldobrandini, è stato riqualificato nel 2000 dall’architetto Massimiliano Fuksas. Lo spazio polifunzionale accoglie contemporaneamente la collezione archeologica permanente, mostre d’arte, laboratori didattici, spazi multimediali e conferenze.

Percorso di visita

Al piano terra, in due sale, è custodita la collezione archeologica permanente. Il nucleo principale delle opere è costituito da materiali antichi e medievali provenienti dalla città latina di Tusculum e dal territorio di Frascati.
Nella seconda sala sono esposte numerose incisioni e dieci modelli in legno delle Ville Tuscolane, edificate tra il 1550 e il 1620. Salendo al primo piano dell’edificio, si trova l’auditorium, che ospita concerti, rappresentazioni teatrali e altre iniziative culturali. Seguono le sale dedicate alle esposizioni di arte moderna e contemporanea, le cui vetrate si affacciano su Piazza Marconi

Cosa vedere

 Il museo custodisce numerose sculture e reperti legati al mito di Dioniso (Bacco per i Romani), dio della vigna e del vino, che evidenziano la propensione enologica del territorio già in epoca antica. Tra le opere esposte meritano una menzione particolare:

La Menade di Tuscolo

Rinvenuta nel 2023 all’interno delle cosiddette terme adrianee di Tuscolo, l’opera è un capolavoro di arte scultorea che celebra la bellezza attraverso i secoli. La statua, realizzata in marmo pentelico (proveniente dal territorio di Atene), indossa la nebride (mantello sacroricavato dalla pelle di cerbiatto) annodata sulla spalla e pendente sul petto. La figura femminile veste un chitone manicato di eccezionale eleganza. Il tessuto scolpito cade in morbide pieghe che simulano con sorprendente realismo la leggerezza e la fluidità del drappo, rivelando l’anatomia del corpo sottostante.Le menadi, conosciute anche come baccanti, erano le seguaci femminili di Dioniso che, nel corso di rituali notturni, raggiungevano uno stato alterato di coscienza, indotto dalla combinazione di musica, danza, e dal consumo di vino e sostanze psicotrope. Le menadi, in preda alla possessione divina, cacciavano gli animali selvatici nei boschi, li smembravano a mani nude e ne consumavano il sangue e la carne cruda. Tale rituale cruento celebrava la morte e la rinascita, elementi centrali del culto di Dioniso. Le menadi possono essere interpretate come simboli di emancipazione femminile e di liberazione dalle norme sociali convenzionali.

Dioniso – Bacco

L’opera rappresenta Dioniso, divinità dell’estasi e del rinnovamento ciclico, caratterizzato nella sua doppia natura maschile e femminile, in quanto dio degli opposti racchiusi in un’unica entità. La statua, priva di testa e di gambe, indossa un chitone parzialmente coperto dalla nebride, trattenuta sui fianchi da una cinta. Dalle spalle scendono i lembi di un mantello indossato al di sopra della veste. La scultura con la sua posa rigida e frontale sembrerebbe ispirarsi a modelli di età arcaica.

Il reperto è stato rinvenuto, nel 1858, nel centro di Frascati, accanto ad una scultura di pantera, con una coroncina di edera intorno al collo. L’animale incarna molteplici qualità associate a Dioniso. Anche la pianta d’edera porta con sé un ricco simbolismo che riflette profondamente le qualità e i temi associati ai culti dionisiaci. Le statue probabilmente facevano parte di un gruppo scultoreo, che adornava una fontana, come farebbe ipotizzare la presenza di una tubatura che attraversa il corpo dell’animale.